In Siria, ogni dieci ore viene ucciso un bambino

Domenica, per i bambini siriani inizierà il decimo anno di guerra. In occasione di tale ricorrenza, l’UNICEF Svizzera e Liechtenstein torna ad appellarsi ai governi e all’opinione pubblica affinché questa infanzia non venga abbandonata a sé stessa.

© UNICEF/UNI310538/Romenzi

Dal 2011, circa novemila bambini hanno perso la vita o sono stati feriti in attacchi armati e bombardamenti. Ogni dieci ore un bimbo muore a causa della guerra. Milioni di famiglie, la cui esistenza è stata distrutta, non sono più in grado di provvedere ai loro figli. L’UNICEF stima che 2,8 milioni di minori non frequentano la scuola, anzi, molti di loro non hanno mai avuto l’opportunità di seguire una lezione. Si calcola che, dall’inizio del conflitto, in Siria siano nati 4,8 milioni di bambini, più un altro milione nei paesi limitrofi. Questi piccoli non conoscono nient’altro che violenza.

«La situazione dell’infanzia siriana è difficilmente descrivibile. Quattro bambini su cinque dipendono dagli aiuti umanitari. Non possiamo abbandonarli, hanno bisogno di vestiti caldi, cure mediche, istruzione e cibo, ma soprattutto di protezione e sicurezza», ha dichiarato Bettina Junker, Direttrice generale dell’UNICEF Svizzera e Liechtenstein. «Gli aiuti umanitari non pongono fine alle ostilità, ma possono per lo meno mitigare le sofferenze dei più piccoli, è una questione di umanità.»

Perdita, paura e bisogno

All’inizio del decimo anno di conflitto, morte, paura e miseria continuano a scandire la quotidianità di innumerevoli bambini siriani. Il nordovest del paese sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie dall’inizio della guerra civile. Dal principio di dicembre, nella provincia di Idlib oltre 900 000 persone, il 60 per cento circa bambini, sono in fuga da bombardamenti e scontri armati, e si trovano prigionieri tra i fronti.

Gravi violazioni dei diritti dell’infanzia

La guerra civile siriana continua a essere il teatro di gravi violazioni dei diritti dell’infanzia. Da sei anni, le Nazioni Unite documentano sistematicamente episodi di questo genere. Le cifre seguenti riguardano esclusivamente i casi verificati, quelli sommersi rendono la situazione ancora più drammatica: 

  • dal 2014, 5427 bambini hanno persa la vita e quattromila sono stati feriti;
  • oltre la metà degli istituti sanitari e un terzo delle scuole sono fuori esercizio;
  • circa mille scuole, ospedali e cliniche sono stati attaccati;  
  • circa cinquemila bambini, alcuni di soli sette anni, sono stati costretti ad arruolarsi; 
  • nel solo 2019, quasi novecento bambini sono stati uccisi, tre su quattro nel quadro della recrudescenza registrata nel nordovest del paese.

Anche dove le armi tacciono, le condizioni dei bambini e delle loro famiglie sono durissime. Molti genitori hanno dovuto vendere le loro abitazioni o mandare i figli a lavorare per avere di che acquistare lo stretto necessario. In un recente sondaggio dell’UNICEF condotto in Siria nel mese di febbraio in collaborazione con l’istituto di ricerca Gallup International/ORB, il 90 per cento degli interpellati ha dichiarato che i bambini sono le vittime principali del conflitto e che le ferite dell’anima sono difficili da curare tanto quanto quelle fisiche. I risultati dell’inchiesta verranno resi noti in marzo. 

L’UNICEF torna ad appellarsi a tutte le parti in causa ed esige: 

  • la protezione dei bambini e dell’infrastruttura imprescindibile, come scuole, ospedali e centrali idriche;
  • il rispetto del cessate il fuoco nel nordovest della Siria; 
  • un migliore accesso degli aiuti umanitari al fine di raggiungere in modo più rapido ed efficace le persone bisognose, dall’interno della Siria e attraverso i confini; 
  • l’ottemperanza agli obblighi sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia e il rimpatrio sicuro, volontario e dignitoso dei bambini stranieri, in particolare dalle aree un tempo controllate dal sedicente Stato islamico;
  • il sostegno da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU a una soluzione negoziale che ponga fine una volta per tutte alla guerra.

Aiuti dell’UNICEF per i bambini siriani

In collaborazione con molti partner, l’UNICEF assiste l’infanzia in Siria, Giordania, Iraq, Libano, Turchia ed Egitto. Nel solo 2019, in Siria ha verificato le condizioni alimentari di 1,8 milioni di madri e bambini, e curato due milioni di piccoli. 7,4 milioni di persone hanno avuto accesso all’acqua potabile e a infrastrutture sanitarie, 400 000 donne e bambini hanno ottenuto sostegno psicosociale e consulenza, e 1,8 milioni di minori hanno potuto andare a scuola.

Per le redazioni

Qui, trovate video e foto, nonché una scheda informativa in inglese con cifre, fatti e grafici sulla Siria. 
 

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